Il boom dei manager che portano le imprese nei meandri del web

"...i professionisti che si occupano di canali web, digital e nuovi media scarseggiano e le aziende che vogliono aprire una business unit dedicata ne sono alla disperata ricerca."

Articolo di Catia Barone pubblicato su repubblica.it

10-10-2012
Il boom dei manager che portano le imprese nei meandri del web

Milano Per i nerd non c'è crisi. Diventano manager, dirigenti, quadri e, in alcuni casi, superano anche le tradizionali figure ai vertici delle società. Cambiano posto di lavoro più velocemente degli altri e, quando lo fanno, riescono a strappare un contratto molto vantaggioso.

Il paradosso è che in Italia la curva della domanda e dell'offerta si inverte: i professionisti che si occupano di canali web, digital e nuovi media scarseggiano e le aziende che vogliono aprire una business unit dedicata ne sono alla disperata ricerca. Solo nell'ultimo anno la richiesta di profili di questo tipo ha visto un aumento del 20 per cento. Il dato emerge dallo studio “Digital&New Media Salary Survey” di Michael Page che sarà presentato mercoledì 10 ottobre allo Iab, il forum italiano della comunicazione digitale e interattiva. «Questa crescita non è dovuta soltanto alla richiesta delle aziende che aumenta, ma anche alla nascita di nuove figure professionali – spiega Filippo Maggi, director di Michael Page e responsabile della divisione Digital&New Media - Noi ne abbiamo individuate 13 in tutto. Profili che fino a 5 anni fa non esistevano ».

E così, si scopre che soltanto negli ultimi 12 mesi sono comparsi i community manager (responsabili della community on-line e della reputazione digitale delle varie aziende) o i publisher manager( coloro che gestiscono gli accordi commerciali tra chi investe in spazi pubblicitari e gli editori dei siti).Fino all'area prettamente tecnica con i mobile developer (specializzati nello sviluppo di software per i device mobili) o i chief technology officer (i professionisti che scelgono le migliori soluzioni tecnologiche e strategiche per i prodotti aziendali).

«L'emergere di tutte queste figure professionali conferma che il settore digitale sta prendendo sempre più piede nelle aziende alla ricerca di dirigenti e quadri per le nuove aree di business – spiega Maggi – ed ora i profili più richiesti sono i web marketing manager o gli e-commerce manager ».
Ma non sarà trend temporaneo: «Secondo le nostre previsioni – continua il director di Michael Page - nel 2013 la domanda potrebbe crescere del 25 per cento». La pensa allo stesso modo Maurizio Zorzetto, Country Manager di Meetic Italia: «Ormai in tutti gli ambiti di business la richiesta di digital expert è in crescita. Questi profili professionali stanno infatti avendo un ruolo sempre più centrale nelle aziende poiché sono considerati strategici a fianco delle figure di marketing più tradizionali. Lo scenario attuale ha infatti messo in evidenza l’importanza di avere risorse con competenze in ambito digital piuttosto che appoggiarsi a società esterne non sempre allineate ai piani aziendali ».

Ma non è facile trovare figure così specializzate: «Lavoriamo in una industry che da anni cresce del 15% - sostiene Luca Di Cesare, Managing Director Italia Smartclip, multinazionale di advertising online - eppure ci sono pochi professionisti sul mercato. Questo non fa altro che aumentare lo stipendio medio richiesto, oltre a velocizzare il turnover che per alcuni scatta ogni 18 mesi. In Italia purtroppo è difficile trovare figure specializzate a qualsiasi livello. Basti pensare che noi, solo per prendere uno stagista, abbiamo impiegato tre mesi, più altri 4 di formazione partendo da zero. Ed ora che abbiamo intenzione di assumere altre 5 figure per il 2013 (primi livelli e quadri) non sappiamo dove prenderle».

Scarsa offerta dunque, ma anche relativa attenzione al settore: «Non ci sono tante professionalità di questo tipo in Italia perché le aziende finora non le hanno mai cercate né mai adeguatamente incentivate - sottolinea Giorgio Testa, Head of IT Digital Media Lotus Cars Group -. Purtroppo si tende sempre a minimizzare il settore considerandolo solo a livello tecnico, quando in realtà sono richieste un insieme di competenze che seguono il prodotto nell’intero ciclo di vita».

Insomma, l'Italia ha ancora tanta strada da fare: «Ho riscontrato non poche difficoltà a trovare professionisti dell'e-commerce a 360 gradi, fatta eccezione per la parte di sviluppo dove le competenze ci sono – conclude Alberto Montesi, CEO e Founder di Fashionis boutique online – mancano invece del tutto persone specializzate nella parte relativa all'online marketing e all'e-commerce internazionale».

Articolo di Catia Barone pubblicato su repubblica.it